lunedì 13 aprile 2009

Tolleranza zero sull'informazione - terremoto 1

di Norma Rangeri
da: Il Manifesto dell'11.4.09 -pag. 1
Nella diretta sui funerali, Silvio Berlusconi si stacca dalla fila delle autorità e va tra i parenti per abbracciarli e confortarli. Le telecamere sono per lui, uomo commosso e affranto. Le alte cariche dello stato sfumano in secondo piano. Si chiude così una settimana televisiva che, insieme a tanti morti in carne e ossa, ha seppellito, sotto il conflitto di interessi, anche l'informazione. Le armate berlusconiane ora attaccano Annozero, definiscono «vergognoso oltraggio» la denuncia, promettono tolleranza zero per i superstiti di un giornalismo che illuminando il malpaese mette in pericolo l'immagine perfetta di lacrime e new-town, di dolore e case per tutti.
«L'emergenza sicurezza è proteggere chi studia, non mandare i figli a scuola o all'università come se andassero ogni giorno in guerra. Per poter seppellire i morti vogliamo sapere cosa è accaduto: un paese civile deve dare una risposta». Lo dice la sorella di un ragazzo morto sotto il cemento della casa dello studente. Avrà vent'anni parla con gli occhi asciutti, esprime, con lucida rabbia, quello che i telegiornali hanno accuratamente evitato di sottolineare, occupati a lodare i soccorsi e la fattiva presenza di Berlusconi.Suona persino eccentrico ascoltare queste voci in un programma televisivo, diventano come eccezioni alla regola. Che «prima dei ponti e del 20 per cento di cubatura in più, si pensi a questo», che «non ci sono tende, non ci sono bagni, né acqua», o che un uomo di scienza come Boschi confermi : «la pianificazione non c'era, Bertolaso è stato veloce ma quando è arrivato non ha trovato l'organizzazione». Tutto rischia di finire nel partito del solito Santoro, segnando una distorsione, un pregiudizio difficile da scardinare.Queste voci hanno nutrito l'appuntamento di Annozero, mettendo al centro la mancanza di esercitazioni di emergenza in Abruzzo (prima della catastrofe), l'entità dei tagli alle casse della protezione civile (documentati dai capitolati dell'ultima legge finanziaria), l'esistenza di un problema culturale e di risorse (soldi), i legami con il mondo degli affari illeciti. Fatti del resto denunciati in bella evidenza da addetti ai lavori e rilanciati da alcuni giornali. Ma non dalla televisione, anzi respinti dal piccolo schermo (telegiornali in testa) come corpi estranei a un discorso basato sul doppio binario del dolore e della rassicurazione: le due materie di educazione civica in cui la tv si è specializzata negli ultimi anni.Così quando l'altra sera il malpaese è diventato (come era in parte già accaduto a Ballarò) l'oggetto delle due ore di Annozero, la destra ha urlato all'oltraggio, definendo «vergognoso», per bocca di Giordano (direttore del giornale di famiglia) e del sottosegretario Crosetto (centrodestra), questo modo di vedere le cose. Come se obiettare equivalesse a bestemmiare, e informare significasse deturpare la performance del presidente del consiglio e, per assonanza, del pompiere. Alla serata in tv è seguita una violenta reazione dei giornali della destra berlusconiana, che estende al giornalismo critico la tolleranza zero. Finisce così nel cono d'ombra (non ci vuole molto) l'opposizione, e pure il Quirinale, declassando la notizia della visita (e le parole severe del presidente Napolitano) a titoli di fondo pagina.

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