martedì 15 settembre 2009

Patrizia, Silvio e le altre

di Ida Dominijanni, da Il Manifesto on line: http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2009/mese/09/articolo/1440/

Dopo tutti i racconti sentiti e le interviste lette era rimasta una curiosità per la donna Patrizia D'Addario. Aumentata pochi giorni fa, quando allo show di Berlusconi alla Maddalena lei ha risposto sfidandolo a un confronto diretto «sulle nostre vicende specifiche, sulle tecniche di conquista, sui rapporti uomo-donna, sul sesso e il potere». Quel confronto, va da sé, è inutile aspettarselo (a proposito: non è vero che Patrizia abbia cercato di imbucarsi all'inaugurazione della Fiera del Levante, per incontrare il premier che poi non c'è andato). Qui di seguito ce n'è però qualche ingrediente. Patrizia ha accettato di parlarne, in presenza delle sue avvocate, solo perché eravamo fra donne senza uomini, come nel primo femminismo o come nel film di Shirin Neshat premiato col leone d'argento a Venezia. Non cercavo, e non troverete, rivelazioni ulteriori sui noti fatti di Palazzo Grazioli, né particolari «piccanti», per usare un aggettivo caro al premier. Quello che viene fuori è il ritratto di una donna alquanto diverso da quelli fin qui pervenutici con l'immancabile didascalia «escort di alto bordo». Credevo di trovarmi di fronte a una professionista che rivendica il suo mestiere, invece Patrizia ne parla al passato e senza alcuna fierezza, arriva all'appuntamento in lacrime perché non riesce a iscrivere sua figlia nella scuola che vorrebbe e racconta a mezza bocca una storia violenta di iniziazione alla prostituzione. Mi aspettavo una ragazza-immagine in grado di calcolare e contrattare le sue mosse, invece scopro una donna impigliata nel risarcimento del suicidio di suo padre, e inciampata nella classica illusione femminile di un incontro con una sensibilità maschile rivelatasi invece un bluff, «una finzione reale pura». In presa diretta, altre cose trovano invece conferma. Un sistema di scambio corpo-danaro-potere che a suo dire è più esteso e radicato di quanto si pensi, incardinato su una colonizzazione dell'immaginario femminile che sogna solo comparsate in tv. Un sistema di mercificazione non solo del sesso ma delle relazioni, in cui si pagano come prestazioni le chiacchierate, la compagnia per un viaggio, la bella presenza a un convegno, una serata a teatro: è la prostituzione al tempo del postfordismo. Una virilità ridotta al resto di niente che non ha bisogno di comprarsi solo il sesso ma anche l'ammirazione e la soddisfazione narcisistica, passando sul confine fra ricattabilità sociale e disponibilità sessuale femminile.
Il presidente del consiglio dice che può denunciarti per reati che comportano fino a 18 anni di carcere. Tu ti senti colpevole di qualche reato?
Assolutamente no, che reato avrei commesso?

Umberto Bossi dice che dietro le escort c'è la mafia, che gli rispondi?
Dietro di me non c'è proprio nessuno. Sono sola, più sola di così...e anche prima di questa avventura ero una ragazza sola, che cercava di andare avanti in qualche modo e di mantenere la famiglia. Senza grilli per la testa, come si dice. Hanno scritto che mi piace fare la bella vita, io non ho mai fatto la bella vita. I soldi che guadagnavo mi servivano per pagare i debiti di famiglia, dopo il suicidio di mio padre.
Che facevi negli Stati uniti, prima del suicidio di tuo padre?
L'illusionista e la modella, per un paio d'anni, a Los Angeles. Avevo casa a Hollywood. Adoro gli Stati uniti, la mentalità, l'ambiente artistico.
Lì non facevi la escort?
Assolutamente no, è una cosa che ho fatto per poco tempo. E comunque non corrisponde al ritratto di prostituta d'alto bordo che mi hanno cucito addosso.
Mi spieghi la differenza fra una escort e una prostituta? Mi è parso di capire che le escort fanno prestazioni affettive, non solo sessuali. Rassicurano, gratificano, accompagnano, fanno le fidanzate a tempo in un certo senso.
Le escort vanno a cena, accompagnano a teatro, in viaggio...ma non è che la escort sia quella di lusso e la prostituta quella di strada. C'è dignità anche nelle prostitute di strada. Non credo che si divertano o che gli piaccia la vita che fanno. Escort o prostituta, se una donna fa questo lavoro è per necessità, o per per problemi familiari, o perché è stata portata violentemente a farlo.
È il tuo caso?
Un fidanzato violento, sì. Un capitolo molto oscuro della mia vita, subito dopo la morte di mio padre. Prima di conoscere quest'uomo non avevo mai fatto la escort.
Insomma secondo te non è un lavoro come un altro, o che si possa fare per scelta, come talvolta si rivendica nel movimento per i diritti delle prostitute?
Io penso proprio di no. Forse alcune, poche, lo fanno per il piacere di arricchirsi. Io l'ho fatto per superare dei problemi, ma senza mai starci bene. Anche se molte volte si trattava solo di andare a cena e chiacchierare per ore e ore - sono una che sa ascoltare e gli uomini parlano molto con me. Per queste prestazioni non credo che il termine adatto sia prostituta.
Tu fai anche sesso però.
Non prevalentemente, nella maggior parte dei casi accompagnavo gli uomini nei viaggi di lavoro, magari guidavo la macchina mentre loro parlavano di affari al telefono. Non sono «sporca» come mi hanno dipinta: c'è di peggio, ti assicuro.
Veniamo alla tua sfida a Berlusconi. Hai detto che sei pronta a un confronto diretto «sulle vostre vicende specifiche, sullo scambio sesso-potere, sulle tecniche di seduzione, sui rapporti fra uomini e donne».
Sì, non ha risposto.
Qualcosa puoi dire a distanza. Anche se sulle vostre vicende hai detto già tanto, e io non voglio insistere più di tanto. C'è un punto però su cui non si può non tornare. Berlusconi dice di non avere mai pagato per una prestazione sessuale. Ed effettivamente te non ti ha pagata, no? niente buste, niente soldi dopo quella notte passata insieme. Il presidente avrebbe dovuto farti un regalo, che poi non ti ha fatto.
Infatti. Perché io gli parlai del mio residence, e lui promise di aiutarmi. E io credetti che il suo regalo fosse quella promessa.
Ad altre ragazze, che tu sappia, le ha date queste buste?
Qualcuna l'ha già detto, che ha ricevuto una busta.
Sì, ma si sarebbe trattato appunto solo di un regalo, diecimila euro. Quindi se il presidente dice di non aver mai pagato per una prestazione sessuale, forse intende che ha fatto solo dei regali, gratuiti.
Sarà...
Del resto, non è che una prestazione sessuale costi 10.000 euro, o sì?
Dipende con chi.
Sesso e potere. Fai finta di essere una sociologa: che idea ti sei fatta di come funziona questo rapporto oggi in Italia?
Semplice: mi son fatta l'idea che dall'Italia è meglio andarsene. In Italia non vai avanti se hai doti, meriti, bravura: devi solo essere al posto giusto, conoscere la persona giusta, e non essere ribelle. Così ottieni tutto.
Vale solo per le donne?
Soprattutto per le donne, ma anche per gli uomini.
Ma gli uomini di potere in questo scambio che cosa cercano, e cosa ottengono?
Quello che hanno sempre voluto.
Cioè sesso? Ma solo sesso? O anche ammirazione, compiacimento, compagnia, soddisfazione narcisista? A Repubblica hai detto che a palazzo Grazioli c'era una sorta di harem, ma che mentre «nei veri harem c'è rispetto per le donne, lì c'era solo lui». Puoi spiegarmi meglio? Ti è sembrata una situazione allestita per il narcisismo del Capo?
Lui è lì al centro dell'attenzione. E' un ottimo padrone di casa, cordiale e affettuoso, arrivava con questi pacchettini e tutte erano lì adoranti, facevano la gara a chi ne riceveva di più, e lui era compiaciuto di questo, lui ama circondarsi di ragazze, ogni cena è un'occasione per conoscerne di nuove. E fra queste ragazze c'è molta competizione. Una gara agguerrita per piacergli. E poi c'è la prescelta, o le prescelte.
Tecniche di seduzione. Il presidente dice: «Non ho mai pagato una lira per fare sesso, mi piace la seduzione e la conquista». Tu ti sei sentita sedotta e conquistata da lui?
La prima sera no. Eravamo lì in tante, il presidente alcune le conosceva altre no. Sapeva benissimo chi gli portava Tarantini. E' stato molto galante, è venuto lui da me a presentarsi, mi ha chiesto che cosa faccio e se volevo andare in televisione, ballare, cantare, gli ho risposto di no, che della tv non me ne importava niente. Più tardi ha detto, davanti a tutti, «c'è qui una ragazza che non si fida più degli uomini, le faremo cambiare idea», evidentemente sapeva tutto di me da Tarantini che s'era rivenduto la mia storia, e io mi sono arrabbiata perché parlava dei fatti miei a voce alta. Non ero ammaliata, non ho fatto la ola come le altre, e quando prima Tarantini poi il presidente stesso mi hanno chiesto di restare per la notte ho risposto «no grazie» e me ne sono andata. Forse è stata proprio questa mia freddezza che l'ha incuriosito, mentre tutte fibrillavano per una comparsata in una fiction o al Grande Fratello, e lo ha spinto a richiedermi a Tarantini per la seconda volta. Già che ci sono, su quella prima sera vorrei puntualizzare che io avevo pattuito con Tarantini 2000 euro per la cena e basta, non, come qualcuno ha scritto, 1000 per la cena e altri 1000 se restavo. Invece ne ho avuti solo 1000.
Perché non sei rimasta? Solo perché non era nei patti, o perché non eri ammaliata? O per la situazione? Hai già detto che c'erano altre escort, due lesbiche fra le altre. Era una situazione imbarazzante? Era troppo?
Posso solo dirti che c'erano altre ragazze, e che qualcuna dice che non mi conosce e non mi ha mai vista, invece io c'ero e le ho viste, ragazze che lavorano in televisione, la prima sera ce n'era più d'una, compreso qualche nome che non è ancora uscito.
E la seconda sera?
La seconda sera era diverso. Non c'erano tutte quelle ragazze della prima volta, ed era programmato che restassi. Avevo accettato credendo davvero che lui avesse interesse per me, per la mia vita, per il mio problema. Lui cerca di colpirti dimostrando una grande sensibilità. Ma è tutta una finzione, una finzione reale pura. La verità è che siccome con l'offerta di andare in tv non funzionava, lui è passato per la porta del mio cuore. Ha fatto leva sul suicidio di mio padre.
E' questo che gli diresti sulle tecniche di conquista se accettasse il faccia faccia?
Questo, e altre cose sui momenti intimi che abbiamo avuto. Quella notte è stata lunga, le sue tecniche di conquista ha avuto modo di sfoderarle tutte. Sembrava affettuoso, ma era finto. E ora dice che mi manda in galera per 18 anni...voglio che me lo dica in faccia.
Dalla registrazione della telefonata del giorno dopo, anche tu sembri affettuosa. Era una cosa vera o faceva parte della prestazione?
No, io non recito mai. Avevamo passato insieme la notte e questo per me aveva creato una intimità.
Quella notte era il 4 novembre, tutti avevamo altro per la testa. Tu non eri curiosa delle elezioni americane?
Sì, ma finché c'erano anche gli altri le abbiamo seguite su un video. Quando Obama è stato eletto eravamo soli. Il presidente è stato chiamato da qualcuno, è tornato e mi ha detto «abbiamo il nuovo presidente americano».
Come l'ha presa?
Era tranquillo. Ma non ne abbiamo parlato tanto.
Com'è Palazzo Grazioli?
Bello. Un po' kitsch però.
Hai esordito dicendo che sei sola, «più sola di così...». Ti senti sola?
Mi aspettavo più solidarietà. Soprattutto da parte delle donne.
Delle donne in generale, o di quelle ragazze che erano lì con te?
Anche da parte di quelle ragazze lì.
I tuoi rapporti con Barbara Montereale come sono? si sono rotti?
Non c'era evidentemente alcuna amicizia. Le vere amiche nei momenti difficili ti stanno vicino, lei ha tentato di infangarmi. Mi ha attribuito una volontà di vendetta, io non ho mai meditato vendette. Avrei potuto fare nomi, descrivere situazioni, ma ho parlato solo di me stessa.
C'è ancora un sacco di gente che si chiede perché hai parlato, anche se tu l'hai detto un sacco di volte.
C'era stato quel furto orribile che ho vissuto come una violenza.
O un avvertimento?
Tutt'e due. M'è sparito tutto, vestiti, agende, cd, computer, foto...hanno invaso la mia vita, la mia personalità, tutto. Hanno lasciato un televisore e altre cose di valore e hanno preso la biancheria intima. È chiaro che cercavano qualcosa.
I nastri?
Chi era lì cercava qualcosa.
Fra le donne, femministe e non, c'è un po' di reticenza, capisco che tu dica che ti aspettavi più solidarietà. C'è chi solidarizza con Veronica Lario e con te, e c'è chi diffida di Veronica - è ricca, dicono, e poteva lasciarlo prima - e di te perché comunque sei una escort e «questa storia mi fa complessivamente schifo». L'altra ragione di reticenza, più specificamente femminista, è l'idea che le escort lavorano comunque per il piacere maschile, non per il proprio desiderio, e questo a tante, me compresa, non va giù. Da escort, tu lavori...
Lavoravo: ho smesso.
...lavoravi: per il piacere maschile, per il tuo piacere, per i soldi, per i soldi e il piacere, per i soldi contro il piacere?
Io non ho mai provato nessun piacere a fare la escort. Proprio no. L'ho fatto solo per necessità, e comunque cercavo di scegliere uomini con cui almeno potessi parlare. E col caratterino che ho, ho mandato a quel paese un sacco di persone e di situazioni.
Forse hai potuto parlare proprio perché non eri tanto presa dal gioco.
Non mi sono mai fatta coinvolgere, pur avendo e chiedendo rispetto. Nel caso di persone arroganti rinunciavo. Tante che oggi dicono che non hanno mai fatto la escort e che fanno le modelle, le attrici, le ragazze immagine accettano di ben peggio. E' capitato anche durante un viaggio a Dubai, ho detto di no a uno che mi voleva a cena, non mi piacevano i suoi modi, e lui m'ha detto «chi ti credi di essere, Naomi Campbell?» E io: non mi credo niente, ma non voglio la tua compagnia.
Naomi, Noemi. Una volta hai detto che di fronte alla storia di Noemi Letizia eri senza parole. Ne hai trovate nel frattempo?
Tutte recitano un copione e il copione è sempre uguale. Lo vedi anche dalle dichiarazioni che sono state rilasciate. Il ritornello è sempre quello.
Quale? «Sono senza macchia, non ho fatto niente, voglio solo fare l'attrice»?
Per fare la modella non c'è bisogno di andare a delle cene, una fa i provini, il cast. Quando facevo la modella io non andavo alle cene, mi invitavano ma non ci andavo, ho fatto dei sacrifici, avevo un gruppo di dieci persone che lavoravano con me e con cui dividevo quello che guadagnavo.
Perché hai accettato di candidarti nella lista "La Puglia prima di tutto"? Che t'aspettavi da quella candidatura, o da quella a Strasburgo? E ti sentivi davvero in grado di fare politica?
Tarantini mi chiese il curriculum per le europee, poi mi disse che la moglie di Berlusconi aveva fatto casino e che bisognava soprassedere, e in cambio mi offrì «La Puglia prima di tutto». Perché accettai? Sempre con l'idea che mi potesse essere utile per concludere il progetto che ha portato al suicidio mio padre. E' il mio unico obiettivo, gliel'ho promesso sulla sua tomba.
Secondo te il sistema sesso-potere è legato a Silvio Berlusconi o va avanti anche senza di lui?
E' incardinato su di lui, ma può sopravvivergli.
Hai fiducia nell'inchiesta della magistratura?
Sì, certo. Ma il problema è che tutto quello che è successo sta facendo del male alla mia famiglia, mia madre, mia figlia. Non ho protezione. Non ho lavoro. Certo ho la soddisfazione di aver detto la verità, ma che ci faccio?
Perché sei andata a Venezia? Per fare un po' la diva?
No, non è vero. Mi ha convocata lì la Tv australiana Abc per un reportage, io non ero mai stata al Lido e neanche sapevo che la barca mi avrebbe scaricata nel cuore della mondanità.
Che vorresti fare adesso?
Finire questo benedetto residence, che mi darebbe anche da vivere. Spero che presto si sblocchi il problema amministrativo che lo blocca. Altrimenti racconterò la sua storia vera.
Sei in partenza per Parigi. Stai meglio lì che qui?
Sì. Qua non respiro più. Anche se mi sforzo di sorridere, che devo fare? se piango è peggio.
Che pensi di Veronica Lario?
Mi pare una donna forte, una donna che ha sofferto, anche lei. Giusto stanotte non riuscivo a dormire e ho letto un libro su di lei.
Curiosità: hai un'idea del femminismo, e quale?
Penso questo, che ci sono tante donne in gamba, più degli uomini, e che spesso alle donne tocca fare la parte delle donne e degli uomini.



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