sabato 21 novembre 2009

Contro i misteri

di Carlo Lucarelli, da L'Unità online

La transessuale Brenda, testimone del più recente dei nostri scandali nazionali, assassinata - è l’omicidio l’ipotesi dei magistrati - nella notte: due valigie pronte accanto alla porta d’ingresso, il computer nel lavandino. Ecco, un nuovo «mistero italiano». Che comincia proprio quando - è ancora notizia di ieri - un altro dei nostri misteri, la scomparsa di Emanuela Orlandi, sembra giunto, ventisei anni dopo, a una svolta. Un mistero che comincia, un mistero che forse finirà.

Non voglio fare ipotesi sulla morte di Brenda, né mi azzardo a farne su quanto, nel caso Orlandi, questa «svolta», l’ennesima, sia reale. Credo, però, che esistano delle regole che, se applicate, possono consentire a tutti noi di non vivere più nel «paese dei misteri. Perché i nostri misteri sono speciali. Sono, appunto, «misteri italiani». Nei normali misteri esiste un assassino, per esempio, che non vuole essere scoperto e fa di tutto per nascondere la verità. In questi casi, nei normali misteri, il controinteresse alla verità è l’interesse dell’assassino. Nei misteri italiani c’è dell’altro. C’è un altro controinteresse. Quello di qualche potere forte che, per motivi suoi, non vuole la verità. La prima regola la chiamerei «coerenza d’indagine». Vuol dire che si deve indagare subito, e su tutti i fronti, indagare cioè a 360 gradi, come si dice sempre e raramente si fa, e in modo corretto. Preservando la scena del delitto, utilizzando tutti gli strumenti scientifici idonei ad analizzarla, raccogliendo con tempestività le testimonianze, seguendo subito le piste che si aprono, anche quelle meno facili. E bisogna farlo con coerenza, cioè attraverso la stessa «mano investigativa». Perché all’origine di molti dei nostri misteri ci sono conflitti di competenze, legittime suspicioni, avocazioni, oltre che rivalità tra investigatori. La seconda regola è la «corretta controinformazione». Perché siccome il mistero è «italiano», e il controinteresse non è quello di un normale assassino ma di un potere forte, è necessario che l’informazione diventi contropotere e, cioè, controinformazione. Ma deve essere corretta, deve formulare ipotesi alternative controllate e fondate. Le semplici suggestioni e le dietrologie fanno perdere di credibilità alle ipotesi e, alla fine, contribuiscono a perpetuare il mistero. La terza regola ci riguarda tutti: l’interesse forte e costante, il controllo, da parte dell’opinione pubblica. Proprio perché siamo «il paese dei misteri» siamo anche il paese del mondo che ha il maggior numero di associazioni di familiari delle vittime. Vittime delle stragi della strategia della tensione, vittime del terrorismo, vittime della mafia. Combattono contro i misteri quando, però, essi già si sono consolidati. Possono, purtroppo, agire solo dopo . Un paese con un’opinione pubblica attenta, invece, può intervenire prima . Dobbiamo sentirci tutti «familiari delle vittime» per poter sperare che in futuro non ci siano più vittime dei misteri italiani.

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