giovedì 18 febbraio 2010

Dopo la presentazione del libro “La paura degli uomini” ci siamo date/dati appuntamento per parlare di lavoro partendo da un punto di vista che intreccia vita e lavoro.

Incontro con Lia Cigarini e Silvia Motta, tra le autrici del Sottosopra “Immagina che il lavoro….”


(primo avviso con qualche considerazione)


Sabato 13 Marzo, Ore 15 – 18,30  Sala Palazzo Magnani – Corso Garibaldi n.31


promosso da  . 6Donna e  Reggio Fahrenheit: Carla Colzi, Leonardo Angelini, Clelia Mori, Luisa ferrari, Tina Romano e Carmen Marini


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Sono passati quattordici anni dall’uscita del Sottosopra rosso nelle cui pagine le donne del femminismo italiano scrivevano: 


“Non si può vivere la crisi di questa fine secolo, che è anche una fine millennio, senza portare sul mercato tutto, la propria forza lavoro, ma anche i sentimenti, le aspettative, gli affetti, le aspirazioni…”



Nell’autunno del 2008 esplode la bolla dei mutui subprime e crollano le maggiori banche internazionali: la superclasse di finanzieri, la più maschile delle caste di potere insieme a quella cattolica, uomini veri con potere vero, ha giocato con modelli matematici imperfetti, animata solo da cupidigia, spregiudicatezza priva di senso etico e di regole, mentre la terza casta maschile, quella dei politici stava a guardare compiaciuta.


Il lavoro oggi sembra circondato da un deserto simbolico: è crollato il mito della classe operaia come soggetto forte della trasformazione sociale, domina l’incertezza delle nuove modalità dello sfruttamento attraverso la precarizzazione dei rapporti di lavoro, si aderisce totalmente,donne e uomini, alle filosofie di appartenenza all’azienda per fare un po’ di carriera, subordinando sempre più spesso al lavoro un mondo di relazioni che fanno parte della vita di ognuno.


Dalla stagione delle consigliere di parità e della conciliazione  fra tempi di vita e di lavoro, come sono uscite le donne, soprattutto le donne del doppio sì?



“Partiamo dall’esperienza di una lei che ha avuto figli. Li ha cresciuti. Si è occupata del posto dei calzini di lui. Nel frattempo ha lavorato come impiegata, operaia, libera professionista. Ha pure badato e curato relazioni familiari, affettive, amicali. Si è autorizzata  a fare politica, ad andare al cinema, a leggere romanzi ecc. Vita e vite da funambole e ogni funambola ha un corpo” (da  La paura degli uomini –L. Paolozzi e A. Leiss ).



Nel primo decennio del secondo millennio in Italia, nella totale assenza di politiche pubbliche  che realmente sostengano i desideri delle donne, ancora si perpetua un welfare con una donna giocoliera al centro.



A riprova alcuni freddi numeri dal rapporto annuale dell’ World Economic Forum sul posizionamento dell’Italia fra 134 paesi :



- partecipazione delle donne in economia ( accesso alla professione e avanzamento di carriera),      96esimo posto;


- salute e aspettativa di vita delle donne, 88esimi;


- pari opportunità nell’educazione, 46esimi ;


- grado di partecipazione delle donne alla vita politica, 45esimi;



Il Global gender gap report vede l’Italia al 72esimo posto dopo Botswana e Kazakhstan.



E ancora :


- la presenza delle donne nei cda è poco più del 2%;


- tasso di occupazione al 46,1%, inferiore a quello medio dell’Unità Europea di 12 punti;


- il 27% delle donne italiane, quasi una su tre, lascia il lavoro dopo essere diventata madre;



E se nel 1960 erano  6 milioni le donne con un lavoro regolare,  alla fine 2009 siamo in 10 milioni:


non si può dire che la rimonta non ci sia stata, oggi si parla di “ femminilizzazione” del lavoro.



Però se è vero che gran parte dei nuovi posti viene occupato da donne, quando si tratta di prendere decisioni su come organizzare il lavoro, le donne continuano a rimanere  fuori dalla porta, gli uomini pretendono di tenere il pallino.



Nell’ottobre 2009 è uscito un nuovo   Sottosopra “ Immagina che il Lavoro” un manifesto del lavoro delle donne e degli uomini, scritto da donne e rivolto a tutte e a tutti perché il discorso della parità fa acqua da tutte le parti e il femminismo non ci basta più.



Proprio oggi dobbiamo interrogarci su quali consumi, quali bisogni per esprimere una libertà nuova e “ abbandonare” gli economisti al loro destino. La crisi deve essere per le donne l’occasione per porre con più forza il punto di vista del Manifesto


Primum vivere, anche in tempo di crisi.



Vi invitiamo a parlarne con


Lia Cigarini e Silvia Motta ,tra le autrici del Sottosopra “Immagina che il lavoro….”


Sabato 13 Marzo



Ore 15 – 18,30  Sala Palazzo Magnani –


Corso Garibaldi n.31

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