domenica 11 gennaio 2009

La quinta mail reggiana su Gaza, di Enzo Grappi

Non ho partecipato alla manifestazione di ieri. non vado a manifestazioni organizzare da imam su base religiosa e presentate con conferenze stampa nelle moschee. Non mi piacciono gli imam e i fondamentalisti che vogliono imporre alla società leggi religiose, siano essi imam , cardinali o Papi. Però l’indignazione verso la strage che Israele sta commettendo nella striscia di Gaza la condivido.

Non mi si dica che i bombardamenti, l’invasione e le centinaia di morti civili sono una “giusta risposta” ai pochi razzi che sono caduti sul territorio israeliano. La realtà è che Israele rifiuta da decenni di ritirarsi dai territori occupati, disprezza le risoluzioni dell’ONU, si arroga il diritto di uccidere a suo piacimento ( i cosiddetti “omicidi mirati”). Questa politica non ha fatto che alimentare la crescita dei movimenti fondamentalisti a base religiosa, come Hamas, che,non dimentichiamolo, ha vinto nel 2006 le elezioni in Palestina, elezioni democratiche svoltesi con la supervisione di osservatori inviati dall’Unione Europea. I farisei di casa nostra,che non hanno detto una parola di condanna di queste stragi, hanno subito innalzato alte grida di condanna perché alcuni hanno dato fuoco a una bandiera israeliana, gesto esecrabile ma subito condannato dagli organizzatori stessi. Gesto esecrabile,ripeto, ma che non va sopravvalutato. Quando sul finire degli anni ’60 si dava fuoco alla bandiera americana non era per cancellare gli USA dalla faccia della terra,ma per esprimere una estrema protesta contro il massacro del Vietnam. Ma forse molti di quelli che c’erano, e che oggi non fanno più un passo senza l’auto blu, preferiscono non ricordare.

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