giovedì 11 giugno 2009

Elezioni europee. Commento n. 1

di Jaime
Ho letto i tre commenti sui risultati dell'elezioni amministrative e al parlamento europeo, posti nel Blog. Quello della direttrice dell'Unità, non aggiunge del nuovo a quanto già le pagine dei giornali di parole ci forniscono in abbondanza. In quello della Rossana Rossanda, tenuto conto delle sue esperienze politica e giornalistica, trovo un deludente predominio di quest'ultima, vale a dire, che rimane a livello del fogliame dell'albero.
Rispetto al commento del giornalista di Repubblica, ho colto la stessa tendenza a rimanere sul fogliame senza scendere verso il tronco e le radici, ma ha approfondito sul tema dell'eventuale divisione del PD col ripristino di un partito a predominio Ds e spinto dolcemente verso contenuti socialdemocratici, eventualità che merita un'analisi più dettagliata. Se si riconosce che i partiti politici siano delle organizzazioni sociali tese a servire e cautelare gli interessi di settori socio-economici ben definiti, dobbiamo porci la domanda: perché è sorto il PD? Secondo me, è sorto perché ad un certo momento della storia dello sviluppo economico del Paese nel dopoguerra, si erano conformate le condizioni materiali con i rispettivi legami più o meno saldi, che rendevano obsolete le tradizionali linee divisorie "ideologico-politiche" tra "rossi" e "bianchi", e consentivano tentare l'avvicinamento, prima, sul piano economico-finanziario (in maniera non compatta, ma piuttosto irregolare secondo i gradi di maturità raggiunto dai diversi settori interessati), e poi sul piano politico, il quale, come è noto, compie l'importantissimo ruolo di leggiferare all'uopo, per dare la dovuta scorrevolezza alla riproduzione della cuota del capitale (nazionale-estero) da esso rappresentata.
E' vero che rimangono al suo interno concezioni del mondo differenti, ma il Re capitale ha il potere di abbattere ogni tipo di barriera, oppure, di cambiare le carte in tavola, per proseguire la sua riproduzione nella maniera più efficiente ed efficace possibile. E' come l'acqua corrente, che trova sempre i punti di minor resistenza ( i più deboli) per proseguire il suo corso. In questo senso, la possibilità avanzata dal giornalista di Repubblica sull'eventuale divisione delle due anime fondatrici del PD, la vedrei fattibile, solo se la dinamica del capitale in questi quasi due anni avesse sperimentato cambiamenti tali da giustificare un cambiamento delle carte in tavola. Altrimenti, ci si trova a disquisire solo sul fogliame.
Tuttavia, ammesso ma non concesso che l'ipotesi "fantapolitica" di Massimo Giannini si avverasse, il taglio socialdemocratico da egli supposto rimarrebbe a livello di parole, di sola tattica politica contingente, perché un'organizzazione politica formatasi grazie al progressivo trentennale consolidamento della fase neoliberista del capitalismo nazionale, non può ricredersi per tornare a dare allo Stato e alle sue istituzioni pubbliche, la gestione del capitale nelle aree strategiche della produzione, della finanza, del commercio estero e dei servizi.
Jaime

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