martedì 1 giugno 2010

Comunicato Stampa - Dopolavoro 3 giugno 2010

Dopolavoro, ex anagrafe, Palazzo Comunale, Piazzetta della Frumentaria, giovedì 3 giugno dalle 18, 30, e per tutta la sera.

Di fronte a partiti e sindacati e a una società che chiede di tirare la cinghia e aspettare che, dopo la crisi, tutto torni come prima, c’è chi pensa che questo sia proprio il momento di cambiare, perché ogni crisi chiama il cambiamento, spinge ad ingegnarsi, a confrontarsi, a cercare altre possibilità. Proprio per questo in Italia non si vuole assolutamente parlare di lavoro, non si apre alcun confronto e si insiste perchè tutto resti com’è o peggiori, eliminando qualunque speranza. Il lavoro è l’ombelico del mondo e se cambia, cambia tutto, così si cerca di impedire che un altro punto di vista possa trovare cittadinanza, si opera per dividere i lavoratori, portare tra loro il conflitto, degradarli ad animali spaventati che non pensano. Al Dopolavoro, due grandi stanze e un bar dentro l’ex anagrafe nel Palazzo Comunale, da alcune settimane, esperienze diversissime attraversano le menti come un vento fresco e non era affatto scontato, per questo c’è molta soddisfazione tra gli organizzatori e tutti coloro che, spontaneamente, hanno deciso di collaborare al progetto, come 6donna, il gruppo che sta curando anche l’organizzazione del prossimo incontro, giovedì 3 giugno, con l’esperienza del Sottosopra.

La serata inizierà alle 18,30 per ascoltare il Gruppo lavoro della Libreria delle Donne di Milano che è nato nel 1994 come punto di ascolto, di riflessione e di elaborazione sul lavoro. Per molti anni questo Gruppo si è messo in ascolto di centinaia di lavoratrici in tutto il paese e ha prodotto molte pubblicazioni. Il Teatro dei Quartieri  è particolarmente motivato ad accogliere  questo contributo perché il porsi in ascolto della città è sempre stato anche il modo di lavorare di questa esperienza reggiana che non a caso è composta prevalentemente da donne. Il Gruppo di Milano nel 2009 ha cercato di comporre una sintesi di tutto il lavoro svolto e ne è uscito un testo faticoso ma in cui tutte sono riuscite a riconoscersi e nel quale si da valore alle pratiche esistenti come presenza attiva sul territorio. Il Manifesto Immagina che il Lavoro, propone una svolta nel modo di pensare e parlare di lavoro che può rispondere all’urgenza di un cambiamento sociale.

Nelle stanze del Dopolavoro aleggia sempre luminosa l’anima della lotta delle Officine Reggiane, il loro essere state luogo di schiavitù e di protesta, di rivolta, di consapevolezza e di cambiamento. Gli incontri assembleari che si sono svolti sono stati tutti tesi a recuperare la forza, ad affermare la dignità del lavoro e dei lavoratori. Se l’occupazione delle Reggiane si è conclusa con l’apparente sconfitta degli operai, in realtà questa si è poi trasformata in un’esperienza che ha prodotto la classe dirigente di tutta la provincia e, dopo la crisi, ha permesso la nascita di una nuova economia inventata proprio da quei lavoratori che riversarono il loro sapere e il loro mestiere sulla città. Sul muro della stanza dei dibattiti, intorno ai grandi specchi dove ci si può osservare a spicchi in attesa di ricomporre la propria immagine lavorativa, sono scritti gli indirizzi di chi ha portato idee ed esperienze. Si tratta di persone e movimenti che fanno parte di quel fermento che il Teatro dei Quartieri ha posto al centro della propria partecipazione a Fotografia Europea, così da riuscire a scattare una foto alla molteplicità sotterranea che percorre la penisola come un brivido di emozioni, come un altro punto di vista, un vero incanto da opporre come antidoto all’incantesimo che ci ha fatto cadere in un sonno pesante senza sogni.

Dopolavoro, ex anagrafe, Palazzo Comunale, Piazzetta della Frumentaria, giovedì 3 giugno dalle 18, 30 e per tutta la sera.

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