sabato 5 giugno 2010

Due cose: lettera al Manifesto

di Leonardo Angelini

(la lettera, inviata avantieri pomeriggio al Manifesto, con qualche modifica redazionale, è uscita sul Manifesto di oggi, sul quale c'è anche - in prima pagina - un articolo bello e tosto di Norma Rangeri. Leggetelo!)

Due cose: il primo luogo il Manifesto continua a bucare le notizie che vengono dal versante “attentati del 93”. La cosa mi dà molto fastidio perché sento che bucare una notizia che gli altri giornali danno ha un significato. Ma se il mio giornale non spiega qual è questo significato si può essere portati a pensare ogni cosa su questo silenzio, che, in questo caso almeno, non è affatto eloquente, ma inquietante.

In secondo luogo (ma mica tanto): - Dal Lago e Bascetta attaccano Saviano e i savianei. Sono savianeo anch’io. Faccio parte di un gruppo reggiano di lettura nato l’anno scorso leggendo in piazza brani di Gomorra e, lo confesso, non ho letto ancora il pamphlet di Dal Lago. Ma ho letto – ed anche ad alta voce – Gomorra e posso dire senza tema di smentite che il suo caposaldo sul piano narrativo non è, come dice Dal Lago, nel “ci sono stato ed ho visto, e quindi dico la verità”, ma semplicemente nell’inchiesta. Certo: in un inchiesta che non è semplicemente descritta, ma (molto ben) narrata. Un’inchiesta quindi che per il fatto di essere bene narrata supera le compartimentazioni dei media e raggiunge il mondo. Se noi partiamo da questo assunto e dal fatto che per questo Saviano è costretto a vivere sotto scorta, possiamo letteralmente rovesciare il discorso di Dal Lago poiché gli altri due perni della sua critica, il livello mediale e quello sociologico, si innescano – diciamo così  - sul primo.

Saviano, dice Dal Lago, avrebbe fatto proprio il ruolo eroico che i media gli hanno cucito addosso: e che doveva fare in tutti questi anni?!? Limitarsi a giocare a briscola con la sua scorta?

E a livello sociologico avrebbe sottovalutato le lotte degli studenti e pianto sui “poveri ragazzi del sud” che vanno a morire in Afghanistan senza dir nulla sulle ragioni della guerra. Mah! Noi savianei non pretendiamo queste analisi dal nostro amato scrittore. Che non è un sociologo, né un politico. Ma questo lo sapevamo già.

Due cose e una conclusione: se il Manifesto – che leggo da quando era una rivista – insiste con queste toppate (punto uno) e non dà parola a qualche savianeo (punto due) perderà un lettore (punto tre).

Leonardo Angelini

leonardo.angelini@fastwebnet.it

(abbonato e socio del Manifesto)

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