di Massimo Giannini, da Affari e Finanza di Repubblica on line
Bernard Madoff, condannato a 150 anni. Bernie Ebbers, detto Telecom Cowboy, ex ceo di WorldCom, condannato per frode, fine pena luglio 2028. Jeffrey Skilling, condannato per frode e insider trading nello scandalo Enron, fine pena febbraio 2028. John Rigas, ex fondatore di Adelphia Communication, condannato per frode, fine pena gennaio 2018. Conrad Black, ex boss dei media condannato per frode, fine pena ottobre 2013. Richard Scrushy, ex ceo della HealtSouth Corp, condannato per tangenti, fine pena giugno 2013. Eugene Plotkin, ex analista di Goldman Sachs, condannato per insider trading, fine pena febbraio 2012.
La lista potrebbe continuare. L'ha pubblicata qualche giorno fa il "Financial Times", e riguarda gli imprenditori, gli azionisti e i manager delle grandi aziende Usa processati per reati finanziari e condannati a pene durissime nel corso degli ultimi anni. Normale, nella culla del capitalismo selvaggio. Fantascienza, nella cuccia del familismo amorale.
L'ultima prova è la legge sulla class action, appena approvata dal Parlamento italiano. Dopo mesi di sabotaggi e di rinvii, alla fine è passato un testo che grida vendetta rispetto a quello previsto nelle lenzuolate di Bersani. La cosiddetta "azione collettiva", che potrà essere attivata presso la magistratura da una pluralità di utenti e consumatori per far valere i propri diritti danneggiati da una medesima impresa, scatterà dal gennaio 2010. Non è ancora chiaro quali saranno i diritti tutelabili. Potrà essere proposta solo in alcuni tribunali.
Ma soprattutto, e qui sta la vergogna, non sarà retroattiva. Cioè non potrà essere richiesta e applicata per i crack più disastrosi del recente passato, vale a dire Cirio e Parmalat. Uno scempio che ha fatto indignare non solo le associazioni dei consumatori, ma anche il presidente dell'Antitrust Catricalà, che ha giustamente puntato il dito contro questa "scelta politica", evidentemente finalizzata a salvare qualcuno o qualcosa. Solo una domanda, al ministro Tremonti: dopo questa class action all'acqua di rose tiene ancora quel barattolo di pomodori Cirio sulla scrivania?
(13 luglio 2009)
Bernard Madoff, condannato a 150 anni. Bernie Ebbers, detto Telecom Cowboy, ex ceo di WorldCom, condannato per frode, fine pena luglio 2028. Jeffrey Skilling, condannato per frode e insider trading nello scandalo Enron, fine pena febbraio 2028. John Rigas, ex fondatore di Adelphia Communication, condannato per frode, fine pena gennaio 2018. Conrad Black, ex boss dei media condannato per frode, fine pena ottobre 2013. Richard Scrushy, ex ceo della HealtSouth Corp, condannato per tangenti, fine pena giugno 2013. Eugene Plotkin, ex analista di Goldman Sachs, condannato per insider trading, fine pena febbraio 2012.
La lista potrebbe continuare. L'ha pubblicata qualche giorno fa il "Financial Times", e riguarda gli imprenditori, gli azionisti e i manager delle grandi aziende Usa processati per reati finanziari e condannati a pene durissime nel corso degli ultimi anni. Normale, nella culla del capitalismo selvaggio. Fantascienza, nella cuccia del familismo amorale.
L'ultima prova è la legge sulla class action, appena approvata dal Parlamento italiano. Dopo mesi di sabotaggi e di rinvii, alla fine è passato un testo che grida vendetta rispetto a quello previsto nelle lenzuolate di Bersani. La cosiddetta "azione collettiva", che potrà essere attivata presso la magistratura da una pluralità di utenti e consumatori per far valere i propri diritti danneggiati da una medesima impresa, scatterà dal gennaio 2010. Non è ancora chiaro quali saranno i diritti tutelabili. Potrà essere proposta solo in alcuni tribunali.
Ma soprattutto, e qui sta la vergogna, non sarà retroattiva. Cioè non potrà essere richiesta e applicata per i crack più disastrosi del recente passato, vale a dire Cirio e Parmalat. Uno scempio che ha fatto indignare non solo le associazioni dei consumatori, ma anche il presidente dell'Antitrust Catricalà, che ha giustamente puntato il dito contro questa "scelta politica", evidentemente finalizzata a salvare qualcuno o qualcosa. Solo una domanda, al ministro Tremonti: dopo questa class action all'acqua di rose tiene ancora quel barattolo di pomodori Cirio sulla scrivania?
(13 luglio 2009)