lunedì 30 novembre 2009
Libera - Appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra
sabato 28 novembre 2009
Manifestazione contro la violenza maschile alle donne del 28 nov a Roma
giovedì 26 novembre 2009
Manifestazione di Maschile Plurale a Roma sabato 21 novembre 2009
di Clelia Mori
martedì 24 novembre 2009
Nondasola, in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne
L’Associazione Nondasola dedica molte energie alle azioni per cambiare la cultura che giustifica la violenza alle donne attraverso interventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di prevenzione, a partire dalla scuola. 5200 studenti/esse hanno partecipato dal 1999 ai laboratori del Progetto In-differenza, dell’Associazione sperimentando una possibilità di cambiamento che può essere praticata a partire da sé, dalla propria differenza perché non si perpetui la violenza di un genere sull’altro e l’indifferenza non occulti la violenza. Il video é il prodotto di un progetto biennale realizzato con studenti e studentesse di diverse scuole: Istituto Statale Magistrale, Liceo Moro, Istituto Zanelli, Ist. Professionale Galvani.
La scommessa é stata quella di incrociare gli sguardi e i vissuti dei ragazzi e delle ragazze con il contesto culturale nel quale vivono la loro quotidianità.
Non ci siamo proposte di dare soluzioni o definizioni ma di lasciare fluire liberamente voci, parole, sguardi e corpi degli adolescenti, la loro spontaneità e freschezza, per permettere loro di posizionarsi rispetto al tema della violenza anche in modi spiazzanti, che possono mettere in scacco e destabilizzare ma che non possono non stimolare a una riflessione, fare sorgere un dubbio, una domanda, spronarci ad ‘andare più a fondo nelle pieghe’.
Il video, della durata di 30 minuti, rappresenta uno strumento di sensibilizzazione sul tema della violenza a partire dal punto di vista degli adolescenti, che, troppo spesso, nell’immaginario collettivo, vengono rappresentati come ‘nichilisti, enigmatici, immaturi’ ma che, altrettanto spesso, esprimono il bisogno che qualcuno li ascolti, sospendendo il giudizio, che qualcuno dia loro fiducia e valorizzi ciò che hanno da dire, che riconosca loro la possibilità di essere sé stessi, di dirsi liberamente nelle loro contraddizioni ma anche nei loro desideri, sogni, aspettative e pensieri.
L’invito per queste due date é quello di ‘tendere le orecchie, porsi, silenziosi/e, in ascolto di ciò che ragazzi e ragazze avranno da raccontarci.’
LA CHIESA TACE SUL NATALE ARIANO DI COCCAGLIO
Quest'anno la mangiatoia del presepio sarà vuota. Il Bambinello, eterno immigrato clandestino, sceso dalle stelle nel ventre di una fanciulla illegale, non sposata, nato in una stalla in terra straniera, deposto in una mangiatoia, è stato sequestrato dall'operazione White Christmas, Bianco Natale, della giunta leghista di Coccaglio.
Erode a suo tempo arrivò assai tardi.
La mangiatoia aveva avuto il tempo di accogliere il neonato destinato a rubare al re il trono e le ricchezze. Fece una strage di bambini ma il clandestino non c'era più. Ora si è fatto molto furbo e ha pensato bene di agire in modo preventivo.
Il Natale quando arriva ha da essere libero da tutti i clandestini. «Perché - come afferma l'Assessore alla sicurezza del piccolo comune bresciano, Claudio Abiendi - Natale è una festa della tradizione cristiana, della nostra identità, non la festa dell'accoglienza». «Segno di un'intolleranza parossistica» commentano i responsabili della Caritas. Senza però dire una parola, né loro né altri prelati sempre pronti a intervenire nell'ambito politico per difendere gl'interessi dell'etica oltre che della borsa, sul significato etico del Natale come festa che si oppone agli ingabbiamenti nazionalistici.
La mia riflessione s'imbatte in contraddizioni assai evidenti, lo so bene. Il Natale cristiano è storicamente e teologicamente «cattolico» che vuol dire universale, ma la sua è l'università imperiale. Il battesimo dell'universalità lo ha avuto da Costantino e resta impresso nella struttura sacrale profonda. Allora chiedo che dalla padella del nazionalismo gretto leghista si torni alla brace dell'universalismo imperiale che impone a tutti per legge la simbologia cristiana, compreso il presepio e il crocifisso?
Raddrizziamo dunque il senso del discorso. E proviamo a vedere e vivere il Natale come «accoglienza» della maternità, del «dare vita». Forse lo stesso racconto della natività che leggiamo nel Vangelo più che un racconto storico è l'eco del senso del rifiuto ancestrale che la società «bene» di ogni tempo oppone alla maternità nei suoi valori più alti, al «dare vita» non solo in senso biologico ma in senso culturale ed esistenziale. La cultura patriarcale sfrutta, come si sa bene, la donna, la sua capacità biologica di dare vita, ma rifiuta la cultura femminile della maternità. E così Maria si trovò a partorire in una stalla perché «per lei non c'era posto nell'albergo». Ma nel Vangelo c'è anche il senso dell'accoglienza verso la vita che nasce espresso da realtà emarginate dalla stessa società «bene», ad esempio i pastori.
E questo dell'accoglienza verso la maternità è oggi un problema particolarmente grave poiché il senso della vita si fonda sul possesso, sul danaro, sul successo individuale, sulla competizione di tutti contro tutti, sull'avere anziché sull'essere, fino a poter dire estremizzando un po' che la società in cui si realizza oggi la maternità è dominata dalla tendenza a dare la morte piuttosto che la vita. Per cui le madri, costrette ad andare contro corrente per dare vita in senso pieno, si sentono un po' straniere tutte e non solo quelle che vengono qui da paesi lontani. Le madri sono coccolate, gli si danno sussidi e sostegni, ma sono poco più che contentini perché la loro vita si fa sempre più difficile.
Le madri, anche quelle di Coccaglio, si sentono e sono tutte «straniere/migranti». Dare la vita è un'esperienza che pone in condizione obiettiva di estraneità rispetto alla cultura dell'alienazione, dell'esclusione, della guerra, e al tempo stesso dare la vita è dare impulso alla transizione (la migrazione) sognata e voluta da tante e da tanti verso una cultura della vita, della nonviolenza, della pace universale.
L'emersione della cultura femminile, il «dare vita», il sognare un mondo in cui «il bambino lattante possa stendere la sua mano nella tana della vipera» (la profezia di Isaia), l'affermarsi della soggettività femminile in ogni ambito della società, sono la nostra principale risorsa. Il Natale in questo senso è donna.
Buon Natale.
domenica 22 novembre 2009
«No B Day»: niente partiti scegliamo il viola
Non possiamo più rimanere inerti di fronte alle iniziative di un uomo che tiene il Paese in ostaggio da oltre15 anni e la cui concezione proprietaria dello Stato lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alla spregiudicatezza di un uomo su cui gravano le pesanti ombre di un recente passato legato alla ferocia mafiosa, dei suoi rapporti con mafiosi del calibro di Vittorio Mangano o di condannati per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello Dell’Utri.
Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte.
Per aderire alla manifestazione, comunicare o proporre iniziative locali e nazionali di sostegno o contattare il comitato potete scrivere all’indirizzo e-mail:
LETTERA DI MASCHILEPLURALE ALLE DONNE IN OCCASIONE DEL 25 NOVEMBRE
sabato 21 novembre 2009
Contro i misteri
venerdì 20 novembre 2009
Il PD e la politica al tempo della crisi
giovedì 19 novembre 2009
14 Novembre '09 - Fototeca e ringraziamenti!
mercoledì 18 novembre 2009
Il mio dissenso
ALLE DONNE REGGIANE
domenica 15 novembre 2009
Funzioni materne e funzioni paterne a casa e al nido: primi elementi per una riflessione
venerdì 13 novembre 2009
martedì 10 novembre 2009
Dopo il muro. Fra attese e realtà
lunedì 9 novembre 2009
6Donna. Sei donna. Punto. - gruppo di riflessione femminista
Per un pensiero a tutto campo: dalla coscienza di sé, alla differenza, dalla politica al privato, di ieri e oggi.
Un pensiero che ci chiama a un confronto libero tra donne, esplorando i molti e diversi femminismi, e che ci chiede un confronto approfondito con l’altro genere.
Dagli anni ‘60, la pacifica rivoluzione femminile che ha connotato tutto il novecento, ha trasformato, con grande accelerazione, l’immagine e il ruolo della Donna.
Il patriarcato è finito, ma per molti uomini questo fatto è ancora motivo di spaesamento, di identità perduta, di paura e di violenza. Non più debole, sottomessa, priva di autodeterminazione, la Donna è però oggi come bloccata da una idea di parità che si declina puramente in termini di rimozione degli ostacoli normativi, con l’offerta delle pari opportunità e delle azioni positive.
Le politiche di genere agite dalle donne dei partiti sono diventate scandalosamente inutili perché hanno conformato le loro pratiche politiche alle liturgie maschili senza nulla modificare i noti meccanismi spartitori.
Il rifiuto del pensiero delle Donne, la loro emarginazione dai luoghi decisionali, l’indifferenza verso le loro ragioni, hanno come conseguenza una democrazia gravemente sbilanciata, a predominanza maschile, soprattutto nel nostro paese. Anzi possiamo definire la nostra, una vera e propria “androcrazia”, che persino gli Uomini ormai cominciano a trovare gravemente limitativa di una democrazia concreta, e di una piena affermazione degli individui .
Le donne imitative del modello maschile, che paiono vincenti nella cronaca dell’oggi, in politica e nella società, finiscono per rafforzare l’idea che esiste un genere solo, per accettare un’idea ancora troppo neutra delle leggi, del lavoro, della famiglia e della vita quotidiana. E poiché così non è, occorre riflettere, cercare, trovare altro modo di Essere, per Donne e Uomini.
sabato 7 novembre 2009
La riforma del gattopardo
giovedì 5 novembre 2009
Le donne sono cambiate, gli uomini dovranno cambiare - 2
ma prendendo l’argomento da un’altra parte: dalla questione maschile, presentando il libro:
“La paura degli uomini, maschi e femmine nella crisi della politica”
”Le donne sono cambiate, gli uomini dovranno cambiare”.
E’ venuto il tempo di chiedere … agli uomini di interrogarsi. Alcuni uomini hanno iniziato questo percorso con il manifesto
“La violenza alle donne ci riguarda prendiamo la parola come uomini” (Leiss e fra i primi firmatari).
Il modello d’impronta maschile che esclude la parte femminile dal potere di pensiero ci parla della crisi della politica, pubblica e privata.
Pensiamo che le relazioni fra i generi, attraversino tutto il nostro vivere, e sia ora di prendere la parola in questa direzione per aprire nuovi scenari.
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Sabato 14 Novembre,
alle ore 16.00 presso l’Officina delle Arti, Via Brigata Reggio 29, Reggio Emilia
LETTURA E DIALOGO
ALLA PRESENZA DI LETIZIA PAOLOZZI ED ALBERTO LEISS
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L’iniziativa è organizzata da:
6Donna, Associazione Nondasola, con l’adesione di Emergency e Amnesty International, e, ovviamente, Reggio Fahrenheit
Questa volta l’incontro ha una formula nuova che comprende letture, domande e dialogo.
ATTENZIONE!!
Chiediamo una partecipazione attiva.
Per le letture, abbiamo bisogno di almeno 15 persone.
Attendiamo le vostre adesioni sollecitando in modo particolare, la partecipazione maschile:
fahre@email.it