inviata stamattina al Manifesto (io lo vivo come un atto di amore)
d.a.
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sono abbonato e socio. Vi leggo da quando eravate rivista (ho 65 anni).
Rinnoverò l'abbonamento (che scade a giugno), ma in verità da un po' di tempo nei confronti del giornale nutro un crescente disamore. A parte le pagine di economia, il resto non mi piace.
Soprattutto le pagine culturali che, in base ad una visione "alta" della cultura, sottovalutano ciò che, a livello culturale, sta avvenendo nelle istituzioni (scuola, sanità, psichiatria, sociale) e nella società. Le pagine politiche spesso non sono in grado di andare oltre le giaculatorie di ciò che rimane della sinistra radicale: e "oltre" c'è la società che si muove, e che vi sfugge, compagni! Sul tema della giustizia, poi, a volte (scusate!) sembrate dei censori di regime.
A mio avviso ha ragione il compagno che vi invita a considerare le nuove vie della comunicazione. Fate una cura dimagrante, buttate a mare coloro che hanno fatto delle pagine culturali e sportive una piccola e angusta sine cura .. e copiate il modello del "Fatto quotidiano", che cresce perché morde!
Senza i soldi dello stato è possibile!!
Ps: io lavoro nella psichiatria (sono uno psicologo): chiedetevi come mai vi sfugge tutto ciò che sta avvenendo nel termidoro della 180. Non è che i vostri punti di riferimento in proposito nel frattempo sono diventati diversi – cioè molto più di destra - dal momento in cui si rivolgevano a voi come portatori del rinnovamento psichiatrico?
Dino Angelini, abbonato e socio
Via Ettore Barchi 8
42100 Reggio Emilia
ps: se mi censurate sappiate che questa sarebbe l'ottava censura nei miei confronti negli ultimi anni
sabato 13 febbraio 2010
Lettera al Manifesto
Etichette:
riflessione
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