(tratto da: Laboratorio Politico Donne per la Città- Città per le Donne - 3 aprile 2010)
Egr. Sig. Presidente Cota,
ritiene che la Sua vittoria sia stata determinata dall’aiuto della Chiesa? Se sì, allora, con il suo pronunciamento contro la RU486, sta forse pagando un debito contratto con un soggetto che, come ogni altro Capo di Stato estero, dovrebbe rispettare l’autonomia italiana e la nostra Costituzione Repubblicana, patrimonio di ogni cittadino, mentre invece non è rimasto nè rimane fuori dagli interessi e dalle decisioni politiche? Perché Lei,con il Papa, non si fa scrupolo di violare i diritti umani , con riguardo particolare a quello della salute ed al libero arbitrio delle donne?
Lei è stato eletto con i voti di cittadini, donne ed uomini, che meritano il Suo rispetto; l’hanno eletto perché ne rappresenti gli interessi, ne tuteli i diritti. Sarebbe assurdo ritenere che non sia così. La Sua posizione sulla RU486 nega l’autonomia del medico e della paziente rispetto alla scelta di utilizzare la soluzione medica in alternativa all’intervento chirurgico: in tal modo lei non agisce nel pieno rispetto del Suo ruolo e dei Suoi doveri istituzionali e viola i diritti degli altri soggetti.
Un Presidente deve considerare le conseguenze delle proprie scelte: oltre all’ aumento della spesa sanitaria, che l’obbligo al metodo chirurgico implica, deve prendere in considerazione il rischio per la salute delle cittadine, l’incremento della sofferenza già comunque sempre molto grande di fronte al dramma dell’interruzione di una gravidanza. Né può, se conscio della propria funzione, sostituirsi alla competenza dei ginecologi né tantomeno decidere per le donne : non creda che potrà essere accettato senza risposte il baratto della loro salute e dei loro diritti. Oltre tutto, per fortuna, siamo cittadine europee, ed in Europa la RU486 è usata da oltre 20 anni . Abbiamo i l diritto di decidere della nostra vita e non intendiamo più continuare a pagare in nero i nuovi “cucchiai d’oro”, che magari nei loro studi o forse anche nella farmacia del Vaticano vendono la RU486 , dove il denaro copre tutto, compra silenzi e complicità.
Se fosse amore per la vita quello che La determina contro la nostra libertà di scelta, lo dimostri con un’efficace e pubblica condanna della guerra e delle armi; agisca in modo tale che si capisca che Lei comprende la sofferenza di chi non ce la fa a tirare avanti , si impegni a combattere la miseria, lo sfruttamento e l’ignoranza: Guardi al domani di tutti noi, come è giusto fare per chi occupa il Suo ruolo in modo responsabile.
Il Papa parli ai Cattolici, come il Pope agli Ortodossi, il Rabbino agli Ebrei. Le religioni monoteiste, tutte,hanno come presupposto che il loro dio sia l’unico vero e si precludono per questa ragione ogni possibilità di reciproco rispetto che non sia solo formale. Negano alle persone il diritto di un libero pensiero, di un’etica laica, che può solo conseguire al riconoscimento di diritti e doveri reciproci, che porta ad impegnare la propria esistenza per il bene collettivo.
La Chiesa cattolica vuole che le leggi dello Stato italiano siano corrispondenti ai suoi dettami, ledendo il diritto-dovere dello Stato di creare leggi a tutela dei diritti dei cittadini, di qualsiasi convinzione, religiosa o laica. Tra i diritti sono fondamentali quello alla salute ed alla libertà personale, e non intendiamo rinunciarvi.
Ci auguriamo tutti che la Chiesa cattolica pensi a liberarsi dalle impasses che non ne rendono certo limpida l’azione, né sul piano morale, né su quello sessuale, né su quello economico, determinando o cooperando a determinare ripetutamente disastri finanziari, morti, abusi e violenze di cui poi elude la responsabilità, con gravose conseguenze per l’Italia e che riconosca come illegittima la sua ingerenza sul potere legislativo del nostro Stato.
Lei è Governatore della Regione Piemonte, non Arcivescovo di Torino. Risponde a noi cittadini, non al Capo di uno Stato Estero che , in violazione dei Patti Lateranensi, oltre che del buon senso, entra a piè pari nella vita dei cittadini di questa Repubblica.
Buon lavoro, Presidente, con l’invito a correggere la rotta.
P. il “Laboratorio Politico Donne per la Città- Città per le Donne”
Dr.ssa Macagno Gemma
Dr.ssa Meinero Liliana
Cuneo, 3/4/2010