di Gianfranco Riccò
Il Partito democratico di Reggio Emilia sta scivolando su di una questione politica importante, il moderatismo che non riconosce il valore dei contrasti sociali creati nello sviluppo della società materiale, ma che risolve tutto nella promessa di fare l’interesse generale e il bene di tutti. Fatto sta che sono alcuni ex comunisti del PCI a spingere per tale prospettiva.
Il moderatismo rappresentato dalla UDC di Casini occupa il centro della geometria politica nazionale, ha trovato l’interesse non solo di Antonella Spaggiari ma anche di alcuni dirigenti ex DS, ora del PD reggiano, che hanno spinto per costruire con quel partito una intesa. Siamo informati da tempo che Tarcisio Zobbi, dirigente dell’UDC, sosterrà Antonella a candidata sindaco di Reggio, ma Zobbi aggiunge oggi altro ancora, il PD gli ha offerto dei posti da vicesindaco e assessore nel Comune di Quattro Castella, Scandiano e Villa Minozzo. In Provincia a lui personalmente è stato proposto di fare l’assessore. Insomma l’UDC candida Antonella contro Delrio del PD a Reggio, nello stesso tempo il PD ha chiesto all’UDC di allearsi in Provincia, a Scandiano, Quattro Castella e Villa Minozzo. Sembra uno zabaglione impazzito!
Non si devono ridurre queste cose ad iniziativa tattica, tutt’altro, esse nascono dalla ricerca di una alleanza che tagli fuori le forze di sinistra, una alleanza che immagino fondata sul comune sentire tra chi la propone e l’UDC, se non della laicità almeno sulla rappresentanza del ceto medio e di quello della borghesia produttiva, del commercio e delle professioni. Sembra compiersi così la parabola politica di chi proviene dal partito che un tempo si definiva della classe operaia, il PCI, e dopo aver attraversato la lunga transizione italiana, si invola nel trasformismo ottocentesco, come dell’ottocento sono le pretese di superare il ruolo dei contratti nazionali di lavoro, d’altra parte, venti anni fa, per Giulio Fantuzzi era più importante l’azionariato piuttosto che i lavoratori. Però nonostante tutto è rimasta intatta la pretesa di prendere ancora una volta i voti del popolo di sinistra.
La questione si presenta oggi col clamore dell’esplosione innescata dalla candidatura di Antonella Spaggiari ed i suoi fedelissimi aiutanti impegnati nelle cariche della Fondazione Manodori. Non si può ignorare che questa scelta è una proiezione logica della politica che in tempi recenti ha trovato sostegno nel segretario PD Giulio Fantuzzi e in Sonia Masini Presidente della Provincia ed una parte dei dirigenti ex DS. Probabilmente la pensano allo stesso modo anche i candidati sindaci del PD a Quattro Castella, Scandiano e Villa Minozzo, sempre che siano stati informati. Leggendo poi quanto detto recentemente da Franco Corradini si ha la conferma di questo indirizzo. Egli afferma che un punto dolente per il PD è il rapporto con il centro, o meglio ancora con le opinioni dell’elettorato moderato. Oggi, nel PD reggiano, c’è anche chi sostiene che il partito si deve presentare senza alleati, poi si vedrà. Costoro sembrano prevedere, se non desiderare, il ballottaggio del candidato Delrio che a quel punto dovrebbe per forza trattare con Antonella Spaggiari.
Il terremoto provocato da Antonella Spaggiari è forte dentro al PD perché mette allo scoperto il moderatismo di una parte della classe dirigente del partito che proviene dai DS, il paradosso è che siano uniti con quella parte di cattolici provenienti dalla DC e che a suo tempo si separarono dalla corrente che impersonava il moderatismo del quale Casini è oggi l’espressione più evidente.
Il moderatismo rappresentato dalla UDC di Casini occupa il centro della geometria politica nazionale, ha trovato l’interesse non solo di Antonella Spaggiari ma anche di alcuni dirigenti ex DS, ora del PD reggiano, che hanno spinto per costruire con quel partito una intesa. Siamo informati da tempo che Tarcisio Zobbi, dirigente dell’UDC, sosterrà Antonella a candidata sindaco di Reggio, ma Zobbi aggiunge oggi altro ancora, il PD gli ha offerto dei posti da vicesindaco e assessore nel Comune di Quattro Castella, Scandiano e Villa Minozzo. In Provincia a lui personalmente è stato proposto di fare l’assessore. Insomma l’UDC candida Antonella contro Delrio del PD a Reggio, nello stesso tempo il PD ha chiesto all’UDC di allearsi in Provincia, a Scandiano, Quattro Castella e Villa Minozzo. Sembra uno zabaglione impazzito!
Non si devono ridurre queste cose ad iniziativa tattica, tutt’altro, esse nascono dalla ricerca di una alleanza che tagli fuori le forze di sinistra, una alleanza che immagino fondata sul comune sentire tra chi la propone e l’UDC, se non della laicità almeno sulla rappresentanza del ceto medio e di quello della borghesia produttiva, del commercio e delle professioni. Sembra compiersi così la parabola politica di chi proviene dal partito che un tempo si definiva della classe operaia, il PCI, e dopo aver attraversato la lunga transizione italiana, si invola nel trasformismo ottocentesco, come dell’ottocento sono le pretese di superare il ruolo dei contratti nazionali di lavoro, d’altra parte, venti anni fa, per Giulio Fantuzzi era più importante l’azionariato piuttosto che i lavoratori. Però nonostante tutto è rimasta intatta la pretesa di prendere ancora una volta i voti del popolo di sinistra.
La questione si presenta oggi col clamore dell’esplosione innescata dalla candidatura di Antonella Spaggiari ed i suoi fedelissimi aiutanti impegnati nelle cariche della Fondazione Manodori. Non si può ignorare che questa scelta è una proiezione logica della politica che in tempi recenti ha trovato sostegno nel segretario PD Giulio Fantuzzi e in Sonia Masini Presidente della Provincia ed una parte dei dirigenti ex DS. Probabilmente la pensano allo stesso modo anche i candidati sindaci del PD a Quattro Castella, Scandiano e Villa Minozzo, sempre che siano stati informati. Leggendo poi quanto detto recentemente da Franco Corradini si ha la conferma di questo indirizzo. Egli afferma che un punto dolente per il PD è il rapporto con il centro, o meglio ancora con le opinioni dell’elettorato moderato. Oggi, nel PD reggiano, c’è anche chi sostiene che il partito si deve presentare senza alleati, poi si vedrà. Costoro sembrano prevedere, se non desiderare, il ballottaggio del candidato Delrio che a quel punto dovrebbe per forza trattare con Antonella Spaggiari.
Il terremoto provocato da Antonella Spaggiari è forte dentro al PD perché mette allo scoperto il moderatismo di una parte della classe dirigente del partito che proviene dai DS, il paradosso è che siano uniti con quella parte di cattolici provenienti dalla DC e che a suo tempo si separarono dalla corrente che impersonava il moderatismo del quale Casini è oggi l’espressione più evidente.