Le donne del presidio “No Dal Molin”, Aprile 2009
Cara Michelle Obama,
siamo le donne del movimento “No Dal Molin” della città italiana di Vicenza, nota nel mondo per le sue bellezze artistiche e per Palladio. Ci rivolgiamo a te come donna autorevole, appassionata di politica, rispettosa della madre-terra, e sostenitrice dell’impegno del marito, presidente degli Stati Uniti d’America. Ci rivolgiamo a te sapendo che affidiamo le nostre parole e la nostra speranza in ottime mani. Pensiamo che nel mondo si stia assistendo a un grande e augurabile fenomeno: la crescita della presenza delle donne nella politica. Pensiamo che questa sia una grande occasione per il rinnovamento positivo della storia e dei valori a cui si ispirano i popoli e le nazioni. Noi vogliamo favorire questo fenomeno.
La nostra città ospita da sessant’anni una caserma statunitense e altri siti militari americani nelle colline circostanti. Ora sull’ultima area verde rimasta in città, l’aeroporto Dal Molin, il governo italiano acconsente alla costruzione di un’altra grande base militare americana, su richiesta del governo Bush che voleva collocare a Vicenza un’armata definita dai militari statunitensi “pugno di combattimento”, pronto ad essere impiegato in operazioni di guerra decise dagli USA.
L’area destinata alla costruzione della base si trova sopra la più importante falda acquifera del nord Italia e la realizzazione delle fondamenta richiede la perforazione degli strati di un territorio dall’equilibrio geologico delicatissimo, con rischi enormi non solo per l’ambiente circostante, ma per la riserva d’acqua a cui attingono gli abitanti di tutta la nostra regione. Una minaccia gravissima per la salute umana e del territorio.
Da tre anni migliaia di donne e uomini ci battiamo per la difesa della terra, per la salvaguardia dell’acqua e per esprimere una cultura della pace. Diciamo che non è indice di civiltà e di rispetto costruire una base militare dentro una città molto abitata. Vogliamo difendere la Costituzione Italiana che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali, mentre il progetto della base è coerente con la strategia della guerra globale enunciata da Bush.
Questa strategia è già stata sconfitta negli Stati Uniti con l’elezione di Barack Obama e con la vittoria del partito democratico. Voi avete affermato la forza del cambiamento contro la politica di guerra di Bush, avete ribadito la priorità di valori come la libertà, il rispetto dei diritti umani, il dialogo e la condivisione, rigettando una politica di potenza unilaterale. Noi crediamo in voi e nel vostro impegno e infatti il nostro movimento vi ha sostenuto durante le elezioni americane. Abbiamo spedito anche migliaia di cartoline a Barack Obama chiedendogli di intervenire per fermare la costruzione della nuova base militare a Vicenza. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Abbiamo pensato, da donne a donna, che tu possa sostenere le ragioni della nostra lotta perché ci battiamo condividendo i principi a cui si richiama la politica della nuova Amministrazione Obama che vuole collegarsi alla grandezza delle origini della democrazia americana.
Il progetto della base militare “Dal Molin” viola le norme europee che prevedono in casi come il nostro la consultazione dei cittadini e la valutazione dell’impatto sull’ambiente. L’una e l’altra ci sono state negate.
Noi donne ci opponiamo alla base militare perché amiamo i nostri figli e il nostro territorio e vogliamo salvaguardare il loro futuro, perché vogliamo per loro una città e una terra corrispondenti al nostro desiderio di convivenza pacifica e a un concetto di autentica dignità umana.
Noi vogliamo una città dove non siano presenti gli strumenti della feroce violenza militare.
Ti chiediamo di intervenire, in nome di quei valori di libertà e di pace che troppo spesso sono stati aggrediti e violati.
Da donne che lottano a donna che lotta ti chiediamo di intervenire con l’autorità che lo stesso Presidente Obama ti riconosce. Ti preghiamo di intercedere in nome della sapienza politica femminile molto più evoluta della politica che usa solo la forza e la violenza per imporsi.
In nome di questo ordine superiore, in nome della cultura della pace e delle differenze, in nome della speranza, dell’amore per il futuro dei nostri figli, ti chiediamo di essere la nostra portavoce presso l’Amministrazione Obama affinché venga sospesa la costruzione della base militare americana a Vicenza e la vostra Diplomazia venga a parlare con il nostro sindaco, con il nostro movimento e conosca così la realtà, la verità e vengano rispettati i diritti umani.
Ti alleghiamo anche il timelineof major events marking the No Dal Molin movement,foto di vicenza e ti invitiamo nella nostra città: saremmo felici di farti vedere la sua bellezza, la bellezza del nostro movimento. Saremmo molto onorate se tu accogliessi il nostro invito come una tra le donne più autorevoli del mondo e come compagna di lotta che condivide i nostri valori.
Con affetto e stima, riponiamo in te e nel lavoro del presidente Obama fiducia e speranza.
Le donne del presidio “No Dal Molin”
Cara Michelle Obama,
siamo le donne del movimento “No Dal Molin” della città italiana di Vicenza, nota nel mondo per le sue bellezze artistiche e per Palladio. Ci rivolgiamo a te come donna autorevole, appassionata di politica, rispettosa della madre-terra, e sostenitrice dell’impegno del marito, presidente degli Stati Uniti d’America. Ci rivolgiamo a te sapendo che affidiamo le nostre parole e la nostra speranza in ottime mani. Pensiamo che nel mondo si stia assistendo a un grande e augurabile fenomeno: la crescita della presenza delle donne nella politica. Pensiamo che questa sia una grande occasione per il rinnovamento positivo della storia e dei valori a cui si ispirano i popoli e le nazioni. Noi vogliamo favorire questo fenomeno.
La nostra città ospita da sessant’anni una caserma statunitense e altri siti militari americani nelle colline circostanti. Ora sull’ultima area verde rimasta in città, l’aeroporto Dal Molin, il governo italiano acconsente alla costruzione di un’altra grande base militare americana, su richiesta del governo Bush che voleva collocare a Vicenza un’armata definita dai militari statunitensi “pugno di combattimento”, pronto ad essere impiegato in operazioni di guerra decise dagli USA.
L’area destinata alla costruzione della base si trova sopra la più importante falda acquifera del nord Italia e la realizzazione delle fondamenta richiede la perforazione degli strati di un territorio dall’equilibrio geologico delicatissimo, con rischi enormi non solo per l’ambiente circostante, ma per la riserva d’acqua a cui attingono gli abitanti di tutta la nostra regione. Una minaccia gravissima per la salute umana e del territorio.
Da tre anni migliaia di donne e uomini ci battiamo per la difesa della terra, per la salvaguardia dell’acqua e per esprimere una cultura della pace. Diciamo che non è indice di civiltà e di rispetto costruire una base militare dentro una città molto abitata. Vogliamo difendere la Costituzione Italiana che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti internazionali, mentre il progetto della base è coerente con la strategia della guerra globale enunciata da Bush.
Questa strategia è già stata sconfitta negli Stati Uniti con l’elezione di Barack Obama e con la vittoria del partito democratico. Voi avete affermato la forza del cambiamento contro la politica di guerra di Bush, avete ribadito la priorità di valori come la libertà, il rispetto dei diritti umani, il dialogo e la condivisione, rigettando una politica di potenza unilaterale. Noi crediamo in voi e nel vostro impegno e infatti il nostro movimento vi ha sostenuto durante le elezioni americane. Abbiamo spedito anche migliaia di cartoline a Barack Obama chiedendogli di intervenire per fermare la costruzione della nuova base militare a Vicenza. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Abbiamo pensato, da donne a donna, che tu possa sostenere le ragioni della nostra lotta perché ci battiamo condividendo i principi a cui si richiama la politica della nuova Amministrazione Obama che vuole collegarsi alla grandezza delle origini della democrazia americana.
Il progetto della base militare “Dal Molin” viola le norme europee che prevedono in casi come il nostro la consultazione dei cittadini e la valutazione dell’impatto sull’ambiente. L’una e l’altra ci sono state negate.
Noi donne ci opponiamo alla base militare perché amiamo i nostri figli e il nostro territorio e vogliamo salvaguardare il loro futuro, perché vogliamo per loro una città e una terra corrispondenti al nostro desiderio di convivenza pacifica e a un concetto di autentica dignità umana.
Noi vogliamo una città dove non siano presenti gli strumenti della feroce violenza militare.
Ti chiediamo di intervenire, in nome di quei valori di libertà e di pace che troppo spesso sono stati aggrediti e violati.
Da donne che lottano a donna che lotta ti chiediamo di intervenire con l’autorità che lo stesso Presidente Obama ti riconosce. Ti preghiamo di intercedere in nome della sapienza politica femminile molto più evoluta della politica che usa solo la forza e la violenza per imporsi.
In nome di questo ordine superiore, in nome della cultura della pace e delle differenze, in nome della speranza, dell’amore per il futuro dei nostri figli, ti chiediamo di essere la nostra portavoce presso l’Amministrazione Obama affinché venga sospesa la costruzione della base militare americana a Vicenza e la vostra Diplomazia venga a parlare con il nostro sindaco, con il nostro movimento e conosca così la realtà, la verità e vengano rispettati i diritti umani.
Ti alleghiamo anche il timelineof major events marking the No Dal Molin movement,foto di vicenza e ti invitiamo nella nostra città: saremmo felici di farti vedere la sua bellezza, la bellezza del nostro movimento. Saremmo molto onorate se tu accogliessi il nostro invito come una tra le donne più autorevoli del mondo e come compagna di lotta che condivide i nostri valori.
Con affetto e stima, riponiamo in te e nel lavoro del presidente Obama fiducia e speranza.
Le donne del presidio “No Dal Molin”